Quale sarà la tecnologia informatica più decisiva nel 2024?
Informatica
Dopo un 2023 all’insegna della “volgarizzazione” dell’intelligenza artificiale (Max Aiello, CEO di ESSE I, ha accennato questo concetto giusto nell’ultima puntata del nostro podcast), il 2024 potrebbe vedere la consacrazione di diverse tecnologie, non solo della tanto discussa AI ma anche di altre innovazioni che hanno guadagnato slancio negli ultimi anni. Tecnologie “esponenziali”, il cui tasso di evoluzione – rappresentato graficamente – non segue una linea retta ma curva. Appunto, una curva esponenziale.
Curiosi e affascinati come sempre dall’innovazione, abbiamo pensato di dedicare il primo articolo del nuovo anno proprio a questo argomento lanciando anche un sondaggio: “Quale tecnologia informatica influenzerà di più il mondo del lavoro nel 2024?”.
Ovviamente ci auguriamo tu voglia partecipare (per votare basta un click, lo trovi sulla nostra pagina Linkedin) e, meglio ancora, dire la tua. Parliamo di qualcosa che, proprio per la natura esponenziale delle tecnologie, ha la capacità di impattare in modo decisivo sulla società. Forse molto più di quanto la maggioranza delle persone, probabilmente poco consapevoli di queste dinamiche, di solito si aspetti.
1) Intelligenza artificiale e machine learning
Come dicevamo, AI e ML hanno dominato le conversazioni tecnologiche negli ultimi anni. Molto poco all’inizio, quando nella seconda metà del 2020 OpenAI lanciò il famoso ChatGPT, ma via via sempre di più, specie nel 2023, contraddistinto da una vera e propria “corsa” dei competitor al lancio di tool analoghi di intelligenza artificiale generativa. Conseguenze? Un impatto non indifferente sul mondo del lavoro (si pensi ai tanti licenziamenti in ambito giornalistico) e un dibattito sull’AI in costante fermento.
Nel 2024 ci aspettiamo quindi non solo che si continui a parlarne, ma anche che queste tecnologie crescano ancora di più, raggiungendo nuovi livelli di maturità.
Riteniamo che le reti neurali avanzate, alla base dell’apprendimento automatico, continueranno a evolversi.
Ma cosa sono le reti neurali? Un veloce ripasso: sono un sottoinsieme del machine learning che rappresenta la struttura e la logica alla base del funzionamento degli algoritmi di deep learning. Nome e struttura sono ispirati al cervello umano, poiché imitano il modo in cui i neuroni biologici si inviano tra loro segnali.
Ciò che colpisce è il loro strabiliante progresso legato sia all’autoapprendimento stesso, sia all’evoluzione dei chip (sempre di tipo esponenziale, secondo la legge di Moore che ne raddoppia la velocità ogni quattro mesi), in grado oggi di elaborare molti più dati al secondo rispetto solo a pochi mesi fa. Processori che, tra l’altro, iniziano a integrare già nativamente funzionalità di intelligenza artificiale (ne abbiamo parlato anche sui nostri social riguardo alle nuove CPU Intel lanciate da pochissimo).
Insomma AI e ML, grazie a queste innovazioni, nel 2024 saranno sicuramente ancora di più al centro del dibattito. Ma al di là di questo, saranno sempre più usate in molti settori e non solo creativi: ad esempio nella sanità, nell’automazione industriale e nella guida autonoma.
Sai cosa pensiamo? Che di questo passo la prossima copertina del Times, notoriamente dedicata a persone in carne e ossa, potrebbe ritrarre proprio AI e ML. Un po’ a sottolineare la loro “umanizzazione”.
E qui vogliamo innescare un dibattito complesso e difficile che nasce da un fatto ormai assodato, almeno secondo lo studioso Daniel Miessler: l’avvento della “AI generale” (AGI), una AI che sarà del tutto in grado di sostituirci, è previsto già nel 2025 (con una probabilità stimata che ciò accada del 60%, probabilità che arriva addirittura al 90% entro il 2028).
Cosa che, a pensarci bene, sembrerebbe rendere il 2024 una “fase di passaggio” per AI e ML. Un periodo che anticipa quello in cui queste tecnologie – almeno in teoria – saranno così potenti da generare in un futuro tutt’altro che remoto una AI capace di sostituirci in tutti (o quasi) gli ambiti lavorativi.
Ci chiediamo, allora, tutt’altro che provocatorialmente: decreteranno la fine dello stesso concetto di “lavoro umano”? O addirittura, secondo quanto indicato da Geoffrey Hinton, “padrino dell’AI” che, insieme a Bill Gates e altri portavoce di note dotcom ha firmato la petizione “Statement on AI Risk”, avvicineranno l’umanità a una possibile “estinzione di massa”?
2) Blockchain e criptovalute
Non solo intelligenza artificiale: il 2024 potrebbe essere anche l’anno della consacrazione della blockchain, sia per motivi sociali e tecnologici, sia per la sua più nota applicazione: la criptovaluta Bitcoin.
Dopo il boom delle criptovalute di qualche anno fa, che in verità si è rivelato più una bolla speculativa, queste tecnologie finalmente sembrano prendere piede con applicazioni meno pompate dal marketing e più di sostanza, solide e serie.
Intanto, come dicevamo, il Bitcoin potrebbe entrare in una fase positiva, crescendo ma evitando impennate di valore grazie a due eventi che accadranno proprio nel 2024.
Il primo è che Bitcoin presto diventerà un ETF (Exchange Traded Fund), ovvero un fondo di investimento riconosciuto dalla SEC. Ciò dovrebbe dare finalmente prestigio alla moneta e forse ripulire la reputazione non proprio idilliaca che questa cripto ha avuto finora (anche se non per colpe congenite, ma perché usata purtroppo come strumento di investimento speculativo).
Il secondo evento, previsto per aprile 2024, è invece il prossimo “halving” del Bitcoin, ovvero il momento in cui il compenso ai “miner” verrà dimezzato, aumentandone probabilmente anche il valore.
Attenzione: se parliamo di possibile consacrazione del Bitcoin ovviamente non lo facciamo da fan (né di questa cripto, né delle altre, soprattutto quelle che, come la recente storia insegna, sono state oggetto di truffe) ma perché ci basiamo su dati storici e tecnici: il Bitcoin non è nato ieri (a proposito, proprio in queste ore ha compiuto 15 anni) e soprattutto è un progetto decentralizzato e open source con lo scopo “socialmente nobile” di dar vita a una valuta alternativa alle FIAT. Una moneta, proprio grazie agli halving periodici, con un’inflazione tendente a zero.
Oltre al Bitcoin, ci piace sottolineare la lenta ma graduale affermazione di applicazioni che di recente hanno iniziato a fare uso della blockchain in altri ambiti (sempre non speculativi) come la sicurezza informatica, la gestione delle catene di approvvigionamento e la tracciabilità.
Non dimentichiamo che la blockchain funziona attraverso un registro distribuito che elimina la necessità di intermediari centrali, cosa che – anche se probabilmente i tempi non sono ancora maturi per essere considerata una tecnologia “disruptive” – può comunque rivoluzionare settori come la finanza, la gestione della catena di approvvigionamento e altro ancora, eliminando la dipendenza da entità centrali.
In ambito sicurezza, inoltre, la sua struttura immutabile rende i dati trasparenti, con impatti positivi su settori come la gestione dei dati sanitari, la tracciabilità degli alimenti e la certificazione. Senza dimenticare la possibilità di usarla per gli smart contract: contratti “intelligenti” che non necessitano di intermediari e semplificano la gestione di accordi.
3) Edge e cloud computing
In ultimo non possiamo non sottolineare che il 2024 potrebbe vedere un’ulteriore crescita e affermazione di tecnologie (solo all’apparenza opposte) come l’edge computing e il cloud computing.
Vediamole in breve.
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L’edge computing è un modello di elaborazione delle informazioni che si differenzia dal tradizionale paradigma di elaborazione centralizzata, ovvero in cui i dati sono inviati a un data center. Qui l’elaborazione dei dati avviene invece in prossimità del luogo in cui i dati vengono generati o raccolti, cioè “al bordo” della rete. Risulta particolarmente utile in situazioni in cui è cruciale avere una risposta rapida, come nelle applicazioni IoT, nei veicoli autonomi e nella realtà aumentata. Consente inoltre un certo risparmio di banda perché riduce la necessità di trasmettere grandi quantità di dati attraverso la rete inviando solo i risultati rilevanti ai data center o al cloud.
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Il cloud computing è un modello di erogazione di servizi informatici che offre accesso tramite internet a risorse come server, archiviazione, database, reti, software e analisi. Invece di possedere fisicamente e gestire tali risorse, le aziende possono utilizzare servizi cloud forniti da provider, quindi in modo centralizzato. E così aumentare l’efficienza e abbattere i costi.
In sostanza, con il crescente numero di dispositivi connessi e l’espansione dell’IoT (alcuni studi parlano di almeno 50 miliardi di dispositivi connessi alla rete entro il 2030), l’edge computing sta diventando sempre più cruciale: senza le sue applicazioni i server centrali, e la rete stessa, verrebbero sovraccaricati. Nel 2024, quindi, ci aspettiamo che questa tecnologia raggiunga una fase di consacrazione, offrendo in determinati frangenti e applicazioni soluzioni più efficienti per elaborare dati in loco anziché trasmetterli a server remoti.
Tuttavia, il 2024 potrebbe spingere ancora di più anche il cloud computing, ovviamente laddove la centralizzazione è un vantaggio economico oltre che logistico. Cloud computing significa infatti avere elasticità e scalabilità, che permettono alle aziende di adattarsi rapidamente alle variazioni del carico di lavoro, in presenza soprattutto di grandi quantità di dati che non richiedono eccessiva elaborazione. Senza dimenticare l’accessibilità da qualsiasi luogo dove ci sia una connessione, rendendo i servizi cloud ideali per applicazioni globali. Il cloud computing non a caso è utilizzato da una vasta gamma di applicazioni come la memorizzazione di dati e i servizi di streaming.
Concludendo
Ciò che sta emergendo sempre più, e continuerà a farlo anche nel 2024, è dunque che tali tecnologie, anche se concettualmente opposte, in realtà possono (anzi, a nostro parere devono!) integrarsi tra loro. Il motivo che ci spinge a questa constatazione, che forse risponde alla domanda nel titolo con un "nessuna in particolare", è che probabilmente il valore per utenti e aziende non deriva mai da una sola tecnologia ma dal loro insieme, ovvero dalla capacità di chi le maneggia di “dosarle” nel modo più opportuno, efficace e adatto al contesto.
Un concetto “olistico” che, ovviamente, non vale solo per edge e cloud computing, ma per tutte le tecnologie, incluse quelle di cui non abbiamo parlato per motivi di spazio. Ci riferiamo ad esempio al 5G (che intanto si sta evolvendo in 6G, il cui lancio è previsto nel 2025, e anche questo darà ulteriore slancio all’innovazione, rendendo possibili applicazioni oggi impossibili), la realtà aumentata e virtuale (AR e VR) e, non ultima, la computazione quantistica che, anche se ancora in fase di sviluppo, sta attirando sempre maggiore attenzione.
Per renderci conto ancora meglio di ciò che ci aspetta nel prossimo futuro, si pensi ad esempio a quando i primi computer quantistici, di gran lunga più veloci degli attuali, faranno “girare” applicazioni di intelligenza artificiale. Uno scenario entusiasmante ma con molte incognite per le sorprese (anche non belle?) che potrebbe riservarci.
Non è un caso se vogliamo chiudere questo articolo ricordando l’importanza crescente della sostenibilità nel panorama tecnologico, con un’impronta verde che sarebbe sempre più cruciale supportare, e il tema della consapevolezza, a cui siamo molto legati e che ci spinge spesso ad affrontare questi argomenti sul nostro blog.
Resta da vedere come queste tecnologie si svilupperanno nel corso del 2024 e come plasmeranno il futuro del nostro mondo digitale.
Per il momento non possiamo fare altro che rimanere aggiornati e, soprattutto, vigili. E, come sempre, noi di ESSE I a disposizione per aiutarti a implementare con saggezza e armonia le più moderne tecnologie informatiche nel tuo prossimo progetto digitale.
Per un consulto gratuito che ti consenta di capire come possiamo mettere questi strumenti al servizio della tua azienda anche nel 2024, contattaci qui.
(foto: Midjourney)